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La sottotitolazione è un importante attività che spesso risulta “invisibile”, ma che merita uno sguardo più attento e consapevole. Vi sono varie tecniche, qui parliamo del respeaking.

Il respeaking è un’attività complessa, che richiede un lavoro di squadra. Un professionista non digita le parole, come pensano in molti, ma ripete ciò che viene detto dall’oratore, aggiungendo la punteggiatura e ripulendo il testo dalle strutture e incertezze tipiche del parlato.
Un software di riconoscimento vocale trascrive poi quanto pronunciato dal respeaker, trasformandolo in un vero e proprio sottotitolo in pochi secondi.
È importante sapere che ogni respeaker allena il proprio profilo di sintetizzazione vocale, che viene modellato sulla pronuncia e la cadenza del singolo professionista, permettendo di raggiungere un livello di precisione sempre maggiore.
Poiché l’attività si basa sulla simultaneità di ascolto e parlato, questi professionisti hanno generalmente una formazione da interpreti di conferenza. Infatti, al Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì (Unibo) è previsto un corso specifico per l’apprendimento delle competenze necessarie.
Quando frequentavamo l’università noi, il respeaking era un’attività pressoché sconosciuta, mentre oggi si sta diffondendo sempre di più.

Senza entrare troppo nel tecnico, vediamo come funziona concretamente questa forma di sottotitolazione.
Per quanto il riconoscimento vocale allenato garantisca un ottimo livello di precisione, il nostro team lavora sempre in coppia, affiancando al respeaker un revisore, sia perché si tratta di un’attività molto impegnativa da un punto di vista cognitivo ed è necessario fare dei turni (proprio come per l’interpretazione simultanea), sia perché c’è sempre qualche imprecisione da correggere.
La tecnologia utilizzata si compone di software di riconoscimento vocale, computer e proiettore, stenomask cioè un microfono dotato di una particolare maschera in silicone, che permette di prevenire le interferenze con l’audio della sala e consente al respeaker di parlare con un disturbo minimo delle persone presenti.

Speriamo che tutte le informazioni fornite fino a qui sull’affascinante mondo del respeaking abbiano reso l’idea della complessità di questa attività, che non può essere improvvisata o resa completamente automatica. Basti pensare agli strafalcioni che si leggono attivando i sottotitoli automatici nei video YouTube o Instagram, uno strumento sicuramente utile per capire il senso generale del discorso o, alle volte, farsi una risata, ma non certo per garantire la piena accessibilità e fruibilità di un evento live.
Le persone sorde però non chiedono il “senso generale”, ma di trarre da un discorso le stesse informazioni di chi non usufruisce dei sottotitoli.

Tutta questa complessità e preparazione da parte dei respeaker, però, non deve far pensare che inserire la sottotitolazione live sia altrettanto complesso anche per gli organizzatori o i relatori di un evento. Ecco alcune buone pratiche, molto semplici da attuare e che non comportano uno sforzo aggiuntivo rispetto a eventi non sottotitolati, ma essenziali per una migliore riuscita e una più alta qualità del servizio.
Occorre: un tavolo e due sedie su cui lavorare, in una posizione della sala in cui si possa avere una buona qualità audio o una buona visibilità del tavolo degli oratori. Tutte cose che si danno per scontate quando si vuole assistere a un evento, ma che sono la base su cui si fonda una buona sottotitolazione e che fanno la differenza rispetto ai sottotitoli automatici.
Il sottotitolo automatico “rinuncia” nel momento in cui non capisce bene una parola o non conosce un termine o un nome proprio, mentre un respeaker può prepararsi. Questa è un’altra buona pratica.
La possibilità di avere a disposizione in anticipo la scaletta degli oratori, un canovaccio del contenuto dell’evento o, nei casi in cui fosse possibile, le slide che verranno proiettate.
Migliore è la preparazione, migliore è il risultato!
Gli imprevisti, soprattutto avendo a che fare con la tecnologia, sono sempre in agguato, ma con questi accorgimenti e con la collaborazione degli oratori (che non cerchino di far rientrare il loro intervento di 10 minuti in 5) ovvero non bisogna parlare eccessivamente in fretta, abbiamo raggiunto risultati che sono stati molto apprezzati.

La nostra è un’attività in continua evoluzione. Con lo scoppio della pandemia abbiamo dovuto ripensare al nostro lavoro, trovando in poco tempo soluzioni che permettessero un’accessibilità da remoto, fino a quel momento poco richiesta. Da un semplice link alla trascrizione alla creazione di uno streaming in cui, tramite programmi apposta, sono integrate varie finestre, tra cui la sottotitolazione. Alcune soluzioni sono state buone, altre meno. Oggi spesso si lavora in modalità mista, sia online, sia in presenza, altra novità resa “normale” dall’epoca Covid.
Alla nostra professionalità si aggiunge quindi anche una buona dose di problem solving.

Quindi in questa attività il concetto chiave è collaborazione, come in ogni altro lavoro. Banalmente, anche nella sottotitolazione non in diretta, quindi per rendere accessibili video di qualsiasi tipo (spot, video museali, registrazioni di webinar, ecc.), è necessario avere il file video con tempistiche adeguate che permettano di sottotitolarlo entro le scadenze. Lo stesso vale per copioni di spettacoli teatrali e libretti di opere liriche, come nel caso di Rigoletto e Don Giovanni, due opere per cui abbiamo recentemente curato la soprattitolazione.

Concludendo, io e le colleghe auspichiamo che la sottotitolazione diventi sempre più diffusa e riconosciuta, non per facilitare il nostro lavoro, ma perché ci piacerebbe vedere sempre più organizzatori che decidono, senza sollecitazione esterna, di rendere accessibili i loro eventi.
Oggi la sottotitolazione porta valore a un evento, ma vorremmo arrivare al punto in cui, come avviene in altre realtà, non sia qualcosa di aggiuntivo, ma di naturale, come lo è un microfono o una cassa.

Irene Caramalli, Valentina Gualdi, Isabella Lega e Simona Vasile
Le respeaker – servizio di sottotitolazione in diretta per conto di FIADDA


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