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di Rita TAZZARI e Anna BARBOT logopediste

La famiglia rappresenta il nucleo attorno il quale ruota la vita del bambino, e le caratteristiche della comunicazione all’interno del nucleo familiare, dell’ambiente familiare e dei rapporti all’interno di esso, influenzano significativamente il suo sviluppo comunicativo e l’outcome finale.  Presa in carico immediata significa prima di tutto sostenere la famiglia aiutandola ad affrontare le conseguenze e a comprendere gli effetti della sordità, fornendole indicazioni chiare e precise sui comportamenti comunicativi più adatti e creando un contesto naturale di comunicazione accessibile al bambino. Se in un bambino normoudente l’apprendimento del linguaggio può avvenire adeguatamente anche in contesti non ottimali, il bambino con disabilità uditiva necessita di un ambiente che favorisca l’ascolto, una maggiore responsività, un’esposizione ripetuta e prolungata agli stimoli linguistici e un accesso più diretto e frequente alle interazioni sociali e verbali per scongiurare il rischio di situazioni inibenti alla comunicazione. Diventa di cruciale importanza assistere e partecipare in prima persona alle attività proposte durante le sedute di trattamento, chiedere chiarimenti per capire cosa viene fatto, perché viene fatto e come quell’attività e in quale forma e modalità può essere riproposta a casa. E’ importante comprendere che la logopedista fornisce solo degli esempi di stimolazioni e che il ruolo fondamentale nell’evoluzione del bambino spetta ai genitori che vivono quotidianamente con lui. La costante interazione con la logopedista può e deve aiutare il genitore a osservare, riflettere e capire come agire al meglio in ogni momento. La famiglia è il contesto che permette al bambino di usare in modo funzionale l’ascolto nella vita di tutti i giorni, di generalizzare le conoscenze apprese all’interno della terapia, ma anche di crescere cognitivamente e realizzare esperienze significative. L’intervento centrato sulla famiglia garantisce i migliori outcome comunicativi e linguistici e i termini di benessere e qualità della vita, soprattutto quando ad esso si aggiunge la precocità della diagnosi e un supporto efficace nell’immediato post-diagnosi. Laddove vi siano dei dubbi a riguardo, la famiglia entra più tardi nella rete dei servizi offerti, con ripercussioni sull’outcome e sul benessere familiare. Lo scopo è fare sì che la famiglia sia informata, indipendente e consapevole, ma soprattutto che abbia la possibilità di potenziare le risorse a disposizione. Tutto questo si può ottenere facendola crescere e supportando i cambiamenti positivi che si riflettono inevitabilmente sul bambino con ipoacusia. Un intervento precoce sul bambino deve prevedere servizi dedicati alla famiglia, in cui essa possa sentirsi accolta. Abbiamo già sottolineato in un precedente articolo quanto sia indispensabile e quindi auspicabile una presa in carico multidisciplinare.

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