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Come FIADDA Bologna a marzo siamo stati invitati da una docente dell’Università di Bologna a partecipare ad una lezione del corso di specializzazione per il sostegno dell’Università di Sassari. Dovevamo far capire ai partecipanti, più di 200 docenti già in servizio, qualcosa di più sulle persone sorde. Con Silvia e Agnese, ha portato la sua testimonianza anche un’amica di Agnese, che ha voluto scriverci le sue impressioni:

Ciao, sono Elena e sono un’amica e compagna di classe di Agnese. Scrivo qualcosa a proposito dell’incontro tenuto il 27 marzo. Sicuramente è stato molto bello vedere così tanti futuri insegnanti che sono lì per una cosa a cui credono  tanto, vedere che ci sono persone che quello che fanno non lo fanno tanto per fare o perché è d’obbligo ma perché lo ritengono giusto. Ho sempre pensato che gli insegnanti di sostegno abbiano una sensibilità in più, sensibilità intesa non come un eccesso di gentilezza e bontà, ma come un’attenzione più forte, come se riuscissero a cogliere i lati più nascosti della persona. 

Mi viene strano esporre un pensiero su Agnese, non per superficialità, ma perché tutto quello che ho da dire, tutto quello che penso di lei è riferito alla mia amica Agnese e non alla mia amica sorda Agnese. Voglio dire, Il fatto che sia sorda non ha influito sul nostro rapporto, Agnese è mia amica perché è Agnese e non perché è sorda. Forse dovevo parlare della sordità di Agnese, ma sei voi foste qui con me, amici di Agnese, capireste che la sua sordità non l’ha resa meno brava rispetto ad altri o meno intelligente, anzi le ha dato una forza in più, perché al contrario di molti, per lei la parola “arrendersi “ non esiste, e non esisterà mai, ne ha passate tante, ma lei continuerà a lottare a prescindere dagli ostacoli e dalle salite che dovrà affrontare. 

Agnese è diversa? Può darsi, forse si. Chi non è diverso? Ormai tutti prendono le diversità come se le dovessero estraniare, come se fosse un virus da combattere, perché, ammettiamolo, è più facile no? (Intendo essere tutti uguali, viviamo in una società che invece di insegnarci ad amarci e rispettarci crea delle stampe, e continua a stampare fotocopie di uomini  tutte uguali, noi siamo delle fotocopie). La realtà è che anche se a volte non lo ammettiamo siamo tutti diversi (e dobbiamo accettarlo senza adattarci a dei canoni), perché se siamo diversi da un nostro amico, per i  nostri genitori non vuol dire che siamo cattivi, meno bravi o addirittura poco adatti per una società così moderna; noi siamo diversi perché siamo unici, l’unicità ci rende liberi. 

Essere diversi fa paura, perché le persone ti possono ritenere strano, ma preferisco essere strana che essere una riproduzione. Quindi si, Agnese è sorda, è una ragazza sorda, e questo la rende diversa, e non deve essere una vergogna, non c’è nulla per cui vergognarsi. Agnese è un esempio di forza della natura ed io, noi, le sue amiche, la sosterremo sempre, qualsiasi cosa lei faccia noi saremo li, come lei è qui per noi.  Agnese ci ha insegnato tanto, soprattutto che non dobbiamo avere paura di essere qualcuno, perché la vita va vissuta e non assecondata, noi siamo la vita”.

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