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Opera prima della regista Portoghese Ana Rocha de Sousa.
Presentato alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, vincitore del Leone del futuro e del Premio speciale della giuria nella sezione Orizzonti.

Racconta la storia di una famiglia di migranti portoghesi che vive in povertà nella periferia di Londra, i genitori Bela (Licia Moniz) e Jota (Ruben Garcia) sono costretti ad una dura vita di sopravvivenza per mantenere i tre figli.

Quando, a causa di un equivoco a scuola con la figlia sorda, si ritrovano in balia dei servizi sociali che li ritengono non idonei a crescere i loro bambini e gli vengono sottratti, i genitori precipitano in un alternarsi di depressione e rabbia, ma faranno di tutto per riaverli indietro.

Un bellissimo film; intenso, crudo, coinvolgente, intelligente e delicato. Lineare nel suo racconto del reale, mai sopra le righe, magistralmente diretto.L’utilizzo di scene che spesso sono tagliate ed incorniciate nei doppi piani o nei riflessi, come a sottolineare  le “fratture” del quotidiano, provocate dagli eventi a cui sono sottoposti i protagonisti.

Una denuncia importante verso un sistema che seppur funzionante nei tempi e nelle procedure perde di umanità e di empatia, risultando violento e sbagliato.

Preciso anche il ritratto di un popolo, quello portoghese, che può piegarsi ma non è mai disposto a spezzarsi. Dell’umanità che trova forza nella disperazione e riesce ad esprimere capacità inaspettate, come solo un vero genitore può arrivare a fare. Unica pecca: l’errore comune che i sordi non possono parlare… o forse così sarebbe se fossero abbandonati e reclusi…

Ma in questo caso voglio spezzare una lancia, perché la mancanza della comunicazione ha un ruolo determinante nel racconto e sostiene l’argomento inclusione. Niente meglio del suo titolo “LISTEN” esprime il vero significato del film: L’importanza di ascoltare e non solo con le orecchie.

Ascoltare per capire, sentire per comprendere ed accettare l’unicità altrui, metterci in connessione per avere la possibilità di oltrepassare le barriere della differenza. Una frase su tutte: “…mia figlia è solo sorda, nient’altro…”

Spero che il Portogallo (e il mondo cinematografico) riconosca a questa regista il valore che merita, dandole la possibilità di crescere.

Da non perdere!

Buona visione
Grazia Odorici

 

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